BIOPLASTICHE
BIODEGRADABILI E COMPOSTABILI
Semplificare la raccolta differenziata, vuol dire utilizzare, nei ristoranti, sagre, feste di paese, un solo contenitore dell’organico per conferire (nel rispetto delle indicazioni fornite dal proprio comune) tutto quello che rimane a fine pasto, a condizione di adottare solo materiali biodegradabili e compostabili certificati per stoviglie, tovaglioli, tovagliette di carta e avanzi di cibo. Una raccolta più facile per i consumatori vuol dire una raccolta più efficiente, con meno errori, più semplice da gestire. Oppure in caso di pic-nic si possono utilizzare stoviglie lavabili e dunque riutilizzabili.
Qualsiasi soluzione si adotti non bisogna disperdere nessun materiale nell’ambiente.
il MATER‑BI
fa parte della famiglia delle bioplastiche
le bioplastiche sono
materiali biodegradabili e compostabili, con alle spalle una ricerca ormai consolidata, con cui si realizzano soluzioni che si incontrano nella vita di tutti i giorni.
Il MATER-BI si utilizza per produrre
Ricerca e produzione
delle bioplastiche (e del MATER-BI)
La biodegradabilità nelle bioplastiche non dipende solo dalla materia prima che viene utilizzata ma dalla sua struttura/composizione chimica. La biodegradabilà è auspicabile e da richiedere per plastiche con applicazioni che implichino rischi di dispersione nell’ambiente, lubrificanti, agrofarmaci, detergenti e prodotti per cosmesi. (…)
I prodotti devono derivare da una filiera integrata e sostenibile. Bisogna occuparsi non del solo prodotto ma dell’intero sistema generato dal prodotto. Stabilire ad esempio quando il prodotto può essere durevole e riciclabile; o invece quando sussiste un serio rischio di inquinamento delle acque e dei suoli (es. settori agricoltura e pesca) e quindi deve avere uno standard per la biodegradazione in ambienti specifici perché il prodotto possa essere riassorbito in caso di rilascio accidentale. (…)
La sostenibilità del prodotto e la sua biodegradabilità non devono essere una scusa per una crescita illimitata. Deve essere introdotto il concetto di limite nel loro uso. Anche i prodotti naturali, se non passano attraverso appositi impianti di trattamento possono rappresentare un problema per l’ambiente.
(da “Bioeconomia per la rigenerazione dei territori“ di Catia Bastioli - AD di Novamont)
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